Il Disturbo Oppositivo-Provocatorio è un disturbo del comportamento e compromette il modo in cui il bambino agisce e si relaziona agli altri, sia adulti che coetanei. Solitamente l’atteggiamento del bambino è di sfida soprattutto verso genitori ed adulti e comunque generando conflitti ed irritazione. Si oppone ad ogni tipo di richiesta che gli viene fatta, sia verbalmente che con il comportamento e rifiuta le regole che gli vengono date. Il bambino con DOP si mostra spesso irritato, arrabbiato, permaloso, arriva spesso al litigio soprattutto se le sue richieste sono rifiutate; porta rancore e cerca di vendicarsi perché crede di aver subito dei torti, mostrando un atteggiamento vittimistico e incolpando gli altri per i propri comportamenti sbagliati.
La diagnosi di disturbo oppositivo-provocatorio può essere fatta quando i comportamenti descritti sono presenti con frequenza per almeno 6 mesi e portano notevoli difficoltà e disagio in ogni ambito di vita.
Esordio e cause del disturbo oppositivo-provocatorio
Esordisce solitamente in età scolare e coinvolge principalmente bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni, ed è più frequente nei maschi rispetto alle femmine. Alla base della manifestazione del disturbo vi è un’associazione di fattori individuali che sono il temperamento del bambino, fattori biologici, errori di pensiero e distorsioni cognitive nel’interpretazione delle situazioni, e fattori contestuali quali lo stile educativo e le caratteristiche familiari.
Per quanto riguarda l’aspetto biologico, è stato evidenziato un deficit nell’inibizione dei comportamenti aggressivi, dovuto al basso livello di concentrazione di alcuni neurotrasmettitori ed ormoni importanti nella regolazione emotiva: la serotonina e il cortisolo. Il principale errore cognitivo fatto dai bambini con DOP invece è l’attribuzione dei loro comportamenti problematici a cause e motive esterni non dipendenti da sé stessi, presentano cioè un locus of control esterno. Lo stesso errore cognitivo è stato ritrovato anche nei genitori. Per questo motivo essi hanno anche difficoltà a valutare le situazioni e a scegliere soluzioni e strategie adeguate per risolvere i conflitti e comportarsi in maniera adeguata alle diverse situazioni.
Tra i fattori contestuali si nota un sistema educativo confuso che oscilla tra un’eccessiva rigidità e rispetto delle regole a mancanza di disciplina. Spesso l’errore che si riscontra è la maggiore attenzione ai comportamenti problematici e la poca o assente attenzione ai comportamenti positivi; ciò aumenta la probabilità che vengano intensificati e ripetuti i comportamenti problematici perché unica modalità per ottenere l’attenzione dell’adulto. In questo contesto il bambino crea un immagine negativa di sé e delle proprie capacità spesso rinforzata anche nel contesto scolastico. A scuola spesso possono essere isolati per i loro comportamenti sia dalle insegnanti che dai compagni, causando anche problemi nell’apprendimento e nelle relazioni. La rappresentazione che avrà il bambino dell’altro è di pericolosità, l’altro viene visto come ostile e giudicante e il suo atteggiamento di oppositività rappresenta una difesa da esso.
Si è rilevato inoltre che il DOP si manifesta maggiormente in contesti socio-culturali svantaggiati nei quali le dinamiche relazionali sono spesso di tipo aggressivo caratterizzati da litigi, botte, voce alta. Tali comportamenti vissuti e sperimentati nel contesto familiare sono appresi e riproposti dal bambino nei vari contesti.
Trattamento del disturbo oppositivo-provocatorio
Il trattamento cognitivo-comportamentale del DOP si concentra sui pensieri, gli errori cognitivi, le emozioni, soprattutto la rabbia, vissuti dal bambino nelle situazioni da lui vissute come pericolose e frustranti. Attraverso un intervento psico-educativo imparerà a capire la relazione tra situazioni, pensieri e comportamenti/emozioni e ad identificare le cause della sua rabbia. Successivamente verranno insegnate strategie cognitive e comportamentali per gestire le situazioni che causano la rabbia: parlare a sé stesso in modo positivo, esprimere le proprie emozioni in modo corretto, cercare e trovare soluzioni più funzionali ai propri problemi con il problem solving, avere la consapevolezza di essere causa dei propri comportamenti.
Anche per i genitori è previsto un Parent training per aiutare a conoscere il disturbo e interrompere il meccanismo disfunzionale su cui si mantiene. Sarà insegnato a spostare l’attenzione ai comportamenti positivi dei bambini , a utilizzare il rinforzo nei momenti in cui si presentano, a riconoscere i circoli viziosi che hanno portato alla manifestazione del DOP, a essere più consapevoli dei propri errori cognitivi verso sé stessi e verso il bambino. Essi inoltre conosceranno ed impareranno ad utilizzare le principali tecniche comportamentali al fine di ristabilire un clima affettivo e familiare più stabile ed adeguato.
Bibliografia
- American Psychiatric Association. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Quinta Edizione. A cura di Biondi M. Raffaello Cortina Editore, Milano 2014.
- Isola L., Mancini F. (a cura di) “Psicoterapia cognitiva dell’infanzia e dell’adolescenza” Seconda Edizione Franco Angeli Editore, Milano 2007