Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità (DOCP) ha una prevalenza che va dal 2.1 al 7.9% della popolazione con una frequenza maggiore negli uomini.
Il DSM-5 definisce il DOCP come un pattern pervasivo di preoccupazione per l’ordine, il perfezionismo e il controllo mentale e interpersonale, a scapito della flessibilità, dell’apertura e dell’efficienza, che inizia entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti.
Il tratto distintivo del DOCP è l’importanza attribuita all’ordine e all’organizzazione, che porta i soggetti a schematizzare e ad organizzare ogni aspetto della loro esistenza e maggiormente le attività di studio o lavorative. Tuttavia non si tratta di un’organizzazione funzionale poiché, l’impiegare troppo tempo nel cercare di organizzare al meglio, li porta a non raggiungere gli obiettivi finali.
Un altro aspetto importante, e legato all’importanza attribuita all’organizzazione, è il perfezionismo che li porta ad avere standard rigidi e rigorosi, tanto da invalidare la possibilità di poterli raggiungere.
Soggetti con DOCP hanno un senso del dovere molto accentuato e questo li porta a dedicarsi incessantemente alle attività lavorative, al punto da escludere svaghi o vita sociale, anche in assenza di necessità economiche.
Un altro aspetto del DOCP è la presenza di una moralità molto rigorosa applicata sia al sé che agli altri. La rigidità caratteriale si manifesta attraverso l’incapacità di comprendere il punto di vista altrui laddove sia diverso dal proprio. E’ presente una preoccupazione costante verso il futuro e la possibilità di catastrofi o dissesti economici che lo portano ad adottare uno stile di vita molto modesto e improntato sull’avarizia.
Il ruolo dell’attaccamento e dello stile educativo genitoriale nell’insorgenza del disturbo ossessivo-compulsivo
Come tutti i disturbi, non si può prescindere dall’individuare sia nell’ambiente che nei geni, le cause che innescano il disturbo. A parità di condizioni genetiche, l’ambiente, ed in particolare le esperienze precoci di attaccamento alle figure genitoriali, rappresentano un ruolo chiave nell’insorgenza del Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalità.
Lo stile educativo genitoriale del futuro ossessivo si è basato su ipercontrollo e anaffettività, responsabilizzazione eccessiva e rimproveri. I genitori hanno spesso adottato uno stile rifiutante e critico riguardo alle difficoltà emotive o ai problemi sperimentati dal bambino, incoraggiandolo a risolverli in maniera autonoma senza fornire supporto emotivo. Il bambino, in questa cornice ambientale, impara sin da piccolo, senza averne gli strumenti necessari, a cavarsela da solo e a responsabilizzarsi in maniera eccessiva.
Inizia così il decorso verso la razionalizzazione a scapito delle emozioni: il bambino comincia ad avere difficoltà nel riconoscimento e nell’espressione delle emozioni, poiché interpretato come segno di debolezza caratteriale. Tale schema si rafforzerà sempre più e, da grande, verrà messo in atto anche nei confronti degli altri, dando origine al disturbo.
Schema Sè/Altro nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità
Il soggetto con DOCP parte, nel relazionarsi con gli altri, da due desideri di base: desiderio di amabilità e desiderio di sentirsi capace ed adeguato. Se tali desideri non saranno soddisfatti nella relazione, ad esempio a causa di esperienze di ripetute critiche, allora l’ossessivo si sentirà non amabile oppure inadeguato. Il coping ossessivo, caratterizzato da perfezionismo, diventa così un modo attraverso il quale il soggetto cerca di rendersi amabile e sentirsi adeguato, evitando ad ogni costo critiche o giudizi negativi, – Se sono perfetto non sarò criticabile e dunque sarò amato, accettato e mi sentirò adeguato-. Quando tale meccanismo fallisce subentreranno emozioni negative, in particolare senso di colpa e rabbia verso se stessi, per non essere riusciti in un compito, o verso gli altri quando questi non aderiscono ai loro stessi standard perfezionistici, e disturbi con componente psicosomatica.
Bibliografia
American Psychiatric Association (APA), (2013). Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali, trad. ita a cura di Biondi M. (2014), Raffaello Cortina Editore, Milano.