Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) si manifesta nel 2% della popolazione, con una prevalenza maggiore nelle donne. Gli elementi che caratterizzano il disturbo sono: la presenza di bruschi e repentini cambi di umore, comportamenti e relazioni interpersonali instabili, impulsività e mancanza di un’immagine definita e stabile di sé che hanno inizio entro l’età adulta e si manifestano in più contesti e con più persone. (DSM 5, 2013).
Il DBP presenta sintomi e comportamenti talvolta eterogenei tra loro per cui all’interno della stessa categoria diagnostica possono essere inquadrati soggetti che non presentano tutti i criteri indicati nel DSM-5, che sono essi stessi numerosi ed eterogenei, e che presentano un diverso grado di gravità e di conseguenza un diverso esito nel percorso terapeutico. Soggetti con DBP possono oscillare tra stati e momenti di benessere e stati di intensa agitazione e malessere, per cui generalmente sono persone ben adattate socialmente e lavorativamente ma che possono andare incontro a bruschi scompensi psicopatologici che richiedono interventi tempestivi e, in casi estremi, l’ospedalizzazione. In generale il DBP è un disturbo che ha un decorso clinico favorevole e risponde meglio ai trattamenti di psicoterapia che ai soli trattamenti farmacologici.
Nel dettaglio i soggetti con disturbo borderline di personalità possono compiere sforzi disperati per evitare un abbandono reale o immaginario nel momento in cui percepiscono un rifiuto da parte degli altri o di poter perdere una persona importante. Può essere presente un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense con una tendenza ad oscillare tra gli estremi di iper-idealizzazione e svalutazione dell’altro.
E’ presente una marcata alterazione dell’identità: si assiste spesso ad un cambio brusco di valori, obiettivi e aspirazioni che rendono difficile alla persona riconoscersi in maniera stabile e coerente; l’identità è soggetta a cambiamenti a seconda delle situazioni o delle persone frequentate.
L’impulsività è il tratto distintivo del disturbo borderline di personalità e si manifesta attraverso il ricorso ad attività potenzialmente dannose per il soggetto (gioco d’azzardo patologico, abuso di sostanze o alcool, rapporti sessuali non protetti, abbuffate e guida spericolata). L’impulsività può essere agita anche attraverso minacce, gesti suicidari o comportamento auto-mutilante come ferirsi, tagliarsi o bruciarsi di proposito.
L’umore oscilla continuamente tra stati di ansia, irritabilità e disforia che in genere durano poche ore e solo raramente si protraggono per più giorni. A volte sono presenti invece sentimenti cronici di vuoto, intesi come un’esperienza di “anestesia emozionale”, una sorta di mancanza di emozioni.
La rabbia tra tutte, è l’emozione più visibile poiché difficilmente controllabile dai pazienti borderline e di conseguenza agita attraverso esplosioni verbali o fisiche.
Durante periodi di forte stress possono aggiungersi stati dissociativi o ideazione paranoide.
Stati mentali e cicli interpersonali disfunzionali ricorrenti del Disturbo Borderline
Dimaggio e Semerari (2003) descrivono i principali stati mentali che i soggetti con DBP esperiscono e come questi influenzino il loro modo di relazionarsi agli altri.
Il Sè indegno è il nucleo basico del Sè nel disturbo borderline di personalità e si caratterizza per la percezione di se stessi come sbagliati, difettosi o mostruosi; tale stato si accompagna spesso a modificazioni nella percezione dello schema corporeo (disturbi alimentari) o a somatizzazioni (dismorfofobie). Dalla percezione di Sè come indegno si attiva uno stato di autoinvalidazione che si esprime attraverso sentimenti di rabbia e disprezzo verso se stessi: l’umore è disforico e possono essere presenti comportamenti autodistruttivi.
La feroce autocritica e il disprezzo verso se stessi alimenta e mantiene la percezione di Sè come indegno. La disforia diminuisce la capacità del borderline di tollerare le frustrazioni e lo fa entrare in uno stato di rabbia e ingiustizia subita: inizia così a rimuginare, incrementando il sentimento di rabbia. Tale stato lo porterà ad agire la rabbia verso gli altri, innescando un ciclo interpersonale dove l’altro, di conseguenza, reagirà contrattaccando; tale contesto rende semplice il passaggio allo stato di pena, colpa e danno arrecato dove prevarranno sentimenti di colpa che rafforzeranno l’idea di sé di essere indegno e porteranno il soggetto a vivere stati depressivi molto intensi.
Il Sè vulnerabile è considerato come conseguenza diretta del Sè indegno e degli stati mentali e cicli interpersonali che attiva. Nel Sè vulnerabile prevale la percezione di se stessi come indifesi, incapaci a fronteggiare aggressioni o catastrofi esterne o interne. L’emozione prevalente è di paura e la persona spesso può sviluppare in concomitanza disturbi d’ansia (fobie specifiche, disturbo d’ansia generalizzata, disturbo da attacchi di panico), sintomi dissociativi (depersonalizzazione o fughe psicogene), ideazione paranoide e strategie disfunzionali di risoluzione dei problemi (abuso di sostanze o gesti parasuicidari).
Lo stato di minaccia, solitudine e perdita, costellato da timori ipocondriaci o di impazzimento, porterà il soggetto a sentirsi in pericolo e impossibilitato a ricevere aiuto dagli altri, a causa della sua indegnità. In tale condizione si prefigura il timore dell’abbandono e l’espulsione dal gruppo, che innescherà una serie di strategie volte ad evitare tale eventualità: il soggetto potrà dunque transitare nello stato aggressivo abusante, dove si assiste ad un rovesciamento dei ruoli da vittima ad aggressore per ristabilire controllo e sicurezza, oppure nello stato di vuoto ed anestesia emotiva, dove il paziente si distacca da tutto e da tutti, condizione più pericolosa per la messa in atto di gesti suicidari e atti autolesivi.
Bibliografia
American Psychiatric Association (APA), (2013). Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali, trad. ita a cura di Biondi M. (2014), Raffaello Cortina Editore, Milano.
Dimaggio G. & Semerari A. (2003). I disturbi di Personalità. Modelli e trattamento. Editori Laterza, Bari-Roma.