Il disturbo ossessivo compulsivo, DOC o OCD, colpisce circa il 2.5% delle persone nell’arco di vita indipendentemente dal sesso e dalla cultura di riferimento; si tratta di un disturbo che può esordire nell’infanzia, nell’adolescenza o nella prima età adulta sebbene l’incidenza massima è tra i 15 e i 25 anni. Il DOC, se non adeguatamente trattato, tende alla cronicizzazione arrivando a compromettere il normale funzionamento del soggetto in quanto interferisce con la vita quotidiana causando un disagio significativo.
Secondo il DSM 5 i sintomi principali del disturbo ossessivo compulsivo sono le ossessioni e/o compulsioni, ovvero circa l’80% dei pazienti presenta sia ossessioni che compulsioni, mentre solo il 20% della popolazione con DOC manifesta esclusivamente ossessioni o compulsioni; le caratteristiche del disturbo sono la ripetitività e l’intrusività e la sensazione che l’attività compulsiva sia irrinunciabile ed imposta.
Le ossessioni possono assumere la forma di pensieri, idee (es. “ho dimenticato di chiudere il gas”) o immagini (es. immagini blasfeme) o ancora impulsi (impulso di agire comportamenti sconvenienti in pubblico) in ogni caso intrudono improvvisamente nella mente del soggetto che li percepisce come incontrollabili; le ossessioni sono sentite come estremamente disturbanti talvolta anche eccessive ed attivano emozioni sgradevoli nel soggetto come ansia, disgusto e colpa. Il contenuto stesso delle ossessioni è minaccioso ed ansiogeno e spesso lontano dai valori e convinzioni morali del soggetto, talvolta la problematicità dell’idea ossessiva risiede nel fatto stesso di aver avuto un certo tipo di pensiero.
Le compulsioni, dette anche rituali, nascono come risposta alle ossessioni si tratta di azioni mentali (es. pregare, contare ripetere formule) e/o comportamenti (es. controllare, ordinare, lavare/lavarsi) messe in atto con l’obiettivo di ridurre l’ansia associata alle ossessioni e di prevenire un qualche evento temuto, dunque si configurano come un tentativo di soluzione per il soggetto; grazie al sollievo che ne consegue le compulsioni diventano risposte ripetitive ma con il passare del tempo, il soggetto non riesce più a sottrarsi ad esse arrivando a percepirle come azioni imposte, su cui non riesce ad esercitare un controllo.
Il disturbo ossessivo compulsivo può assumere diverse forme, le principali tipologie sono classificate in base ai sintomi ossessivi e compulsivi e sono:
- checking – disturbo ossessivo compulsivo da controllo: le ossessioni fanno riferimento al dubbio e conseguente timore di aver dimenticato qualcosa o di aver fatto uno sbaglio che può danneggiare qualcuno e le compulsioni consistono in controlli protratti e ripetuti, per dirimere il dubbio ossessivo. Il soggetto pensa che una propria azione o anche una propria omissione possa essere causa di disgrazie
- washers o cleaners – disturbo ossessivo compulsivo da contaminazione: le ossessioni fanno riferimento al rischio di contagi o contaminazioni e le compulsioni consistono in rituali di pulizia. I soggetti ne soffrono sono costantemente preoccupati che loro stessi o un familiare possa ammalarsi entrando in contatto con qualche invisibile germe o sostanza tossica.
- disturbo ossessivo compulsivo da ordine e simmetria: in questo caso il disturbo si manifesta come intolleranza al disordine o all’asimmetria. Tutto deve essere perfettamente allineato, simmetrico e ordinato secondo una precisa logica (es. dimensione, colore). Se il soggetto percepisce asimmetria o disordine si impegna anche per molte ore a riordinare questi oggetti, fino a sentirli “a posto”, le compulsioni consistono in queste attività di riordino
- disturbo ossessivo compulsivo da superstizione: le ossessioni sono rappresentate da pensieri superstiziosi eccessivi. Per scongiurare un esito negativo, il soggetto mette in atto delle compulsioni che fanno riferimento al mettere in atto il “giusto rituale”, e ripeterlo il numero di volte adeguato per evitare qualche disgrazia, es. dire una preghiera per 3 volte.
- ossessioni relative a temi tabù: le ossessivi, a sfondo religioso, sociale o sessuale riguardano l’avverarsi di situazioni che anche se sono altamente improbabili risulterebbero per il soggetto intollerabili, in tal caso le compulsioni sono mentali ovvero il soggetto si impegna in un dialogo interiore rassicurante attraverso il quale cerca di dirimere il dubbio di essere ad es. un blasfemo piuttosto che omosessuale o pedofilo.
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