Il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato dalla persistente incapacità di soddisfare le appropriate capacità nutrizionali e/o energetiche associato a:
- Significativa perdita di peso o mancato raggiungimento dell’aumento ponderale previsto o una crescita discontinua nei bambini
- Significativo deficit nutrizionale
- Richiesta di alimentazione supplementare per sostenere un apporto nutrizionale adeguato
- Marcata interferenza con il funzionamento psicosociale
Molte caratteristiche del disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo possono essere associate all’evitamento del cibo o all’assunzione ridotta di cibo, compresa una mancanza di interesse per il mangiare o per il cibo, che portano a perdita di peso o a una crescita discontinua.
Neonati o bambini piccoli possono non collaborare con il caregiver primario durante l’alimentazione o comunicano con la fame rispetto ad altre attività. In bambini più grandi o adolescenti, l’evitamento o la restrizione dell’assunzione di cibo possono essere associati a difficoltà emotive più generalizzate che non soddisfano i criteri per un disturbo d’ansia, un disturbo depressivo o un disturbo bipolare. Altre volte invece il disturbo può presentarsi in associazione a un disturbo d’ansia generalizzata, a un disturbo depressivo o a un disturbo bipolare. Nei maschi, nell’infanzia, spesso tale disturbo può comparire in concomitanza con un disturbo dello spettro dell’autismo o con un ADHD.
Gli effetti fisici del disturbo sono molto simili a quelli determinati dalla malnutrizione tipica dell’anoressia e possono esporre chi ne soffre a complicanze analogamente severe. Le conseguenze fisiche possono avere ripercussioni negative sul piano psicosociale, interferendo con lo studio e la vita sociale. Inoltre, se non correttamente affrontato fin dall’esordio, può rendere molto problematici i rapporti familiari con effetti sfavorevoli a più livelli sullo sviluppo psico-comportamentale.
Cause e trattamento del Disturbo da evitamento-restrizione dell’assunzione di cibo
Come per gli altri disturbi alimentari e per i disturbi d’ansia, le cause vanno ricercate nell’associazione di fattori predisponenti e temperamentali e fattori ambientali. Di grande importanza sono le dinamiche interazionali con le figure significative, soprattutto la madre che determinano l’insorgere e il cronicizzarsi del disturbo.
Per il trattamento del disturbo da evitamento-restrizione dell’assunzione di cibo è necessaria l’adozione di un approccio integrato di tipo cognitivo-comportamentale (per il bambino e per i genitori) e nutrizionale (consulenza e percorso nutrizionali), affiancato a medici esperti in disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.
Bibliografia
- American Psychiatric Association. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Quinta Edizione. A cura di Biondi M. Raffaello Cortina Editore, Milano 2014.
- Isola L., Mancini F. (a cura di) “Psicoterapia cognitiva dell’infanzia e dell’adolescenza” Seconda Edizione Franco Angeli Editore, Milano 2007.
- Lambruschi F., “Psicoterapia cognitiva dell’età evolutiva. Procedure di assessment e strategie psicoterapeutiche”. Edizioni Bollati Boringhieri, Torino 2014.
- Vio C., Lo Presti G., “Diagnosi dei disturbi evolutivi. Modelli, criteri diagnostici e casi clinici”, aggiornato al DSM V, Edizioni Erickson, Trento 2014.